La Dual Energy X Absorbiometry è a tutt’oggi la tecnica di elezione (gold standard) per la diagnosi di osteoporosi e ciò in particolare per quel che si riferisce ai due distretti più significativi da essa esplorati (la colonna lombare e l’epifisi prossimale del femore).
I parametri forniti dalla DXA sono:
- il contenuto minerale osseo (BMC) che è il contenuto minerale in grammi del segmento osseo preso in esame;
- la densità minerale ossea (BMD) che fornisce (in grammi/cm2) il rapporto tra il BMC (Bone Mineral Content) e l’area del segmento esaminato: è il parametro che si considera nella refertazione.
Il valore di BMD viene espresso in unità di T score ovvero di quanto si discosta il valore trovato rispetto al valore medio del giovane adulto e sano (picco di massa ossea). La diagnosi di osteoporosi viene posta per valori di T score minori di -2.5; poiché ciascuna unità di T score corrisponde a circa il 10% del valore di picco di massa ossea è evidente che la diagnosi di Osteoporosi viene posta laddove la decurtazione di massa ossea sia di almeno il 25% rispetto al giovane adulto. Per ciascuna unità di T score inferiore a questo ultimo il rischio relativo di frattura aumenta di circa 2 volte. Il valore soglia del T score di -2.5 per la diagnosi di osteoporosi (proposto dalla OMS) è applicabile solo alla DEXA e pertanto non è estensibile ad altre metodiche di studio come la QTC o la QUS. I siti misurabili con la DEXA sono (valore di precisione – CV%):
- colonna lombare: 0.7;
- epifisi prossimale del femore: 1.5;
- radio prossimale: 0.7.
La precisione esprime la ripetibilità della misura, ovvero la capacità della strumentazione – dato un fantoccio con valori noti – di dare il medesimo risultato su una serie di misure. Lo strumento è tanto più preciso quanto minore sarà lo scarto dei singoli valori ottenuti rispetto al loro valore medio. Ogni strumento viene generalmente fornito con il proprio fantoccio da misurare quotidianamente per il calcolo della precisione.
Il modo per misurare la precisione è il Coefficiente di Variazione (CV). Senza entrare troppo nel dettaglio mediante il CV è possibile conoscere la variazione minima che deve trovarsi tra due misure mineralometriche affinché si possa dire che si tratta di una variazione vera e non dovuta al normale margine di errore della strumentazione. Il calcolo da fare è: CV x 2.8. Si comprende così che a livello della colonna lombare sarà da ritenere vera cioè biologica, con un intervallo di confidenza del 95%, una variazione rispetto alla indagine precedente di almeno 0.7 x 2.8 = 1.96%. Quanto minore è il valore del CV tanto maggiore è la riproducibilità della metodica e con essa la sua capacità di monitorare le variazioni nel tempo della mineralizzazione ossea. Pertanto l’intervallo di tempo necessario per rilevare una variazione della massa ossea nel tempo dipende:
- dalla velocità della variazione attesa per un determinato distretto;
- dal CV della metodica utilizzata
Nella migliore delle ipotesi tale intervallo non è mai inferiore ai 12 – 18 mesi: questo deve ritenersi così il tempo minimo che deve intercorrere tra due indagini affinché le eventuali variazioni riscontrate possano essere ritenute vere e non legate al normale margine di errore della metodica. Resta inteso che tutto ciò è valido laddove sia garantita la corretta esecuzione della indagine densitometrica ed in particolare che siano utilizzati i metodi di comparazione disponibili nelle strumentazioni più evolute (funzione compare); questi garantiscono in modo perfetto la scelta della medesima area di studio rispetto alla indagine precedente; ciò è particolarmente importante per il femore ove il risultato cambia anche di molto in dipendenza della quantità di diafisi femorale compresa nell’area di interesse. Una domanda che viene spesso posta è: qual è il distretto migliore da studiare con la DEXA? Di fatto il calo della massa ossea in qualsiasi distretto è in grado di esprimere il rischio di frattura anche negli altri distretti rimanendo ovviamente maggiormente predittivo di rischio di frattura su se stesso.
Distretto misurato | Frattura polso | Frattura femore | Frattura vertebra |
---|---|---|---|
Radio distale | 1.7 | 1.8 | 1.7 |
Femore | 1.4 | 2.6 | 1.8 |
Colonna | 1.5 | 1.6 | 2.3 |
Poiché il collo del femore e la colonna lombare sono sede delle fratture più invalidanti essi costituiscono i distretti elettivi di studio ferma restando la necessità di considerare che intorno ai 65 anni i valori alla colonna possono subire interferenze anche cospicue da parte di calcificazioni legamentose ed addensamenti osteoartrosici. In tali circostanze resta preferibile lo studio del solo collo del femore.
La mineralometria sullo scheletro intero (total body) non ha sufficienti validazioni per la predittività del rischio di frattura e pertanto non trova indicazioni nello studio della Osteoporosi. I diversi siti, pur esprimendo un dato applicabile all’intero scheletro, non danno sempre risposte sovrapponibili tra loro. La concordanza tra i vari siti varia infatti dal 60 all’80%.